Ciak ep. 4 – Dialoghi e ascolto

Nei dialoghi fra personaggi/attori è fondamentale l’ascolto e l’apertura all’altro per rendere credibile la scena. Proprio come nelle relazioni un ascolto attivo è necessario per permettere una comunicazione efficace e instaurare rapporti veri e sinceri. 

Continua la “saga” dei post ispirati al laboratorio sulla recitazione di fronte alla macchina da presa – tenuto dal regista Dominick Tambasco a Il Lavoratorio a Firenze.

Nei precedenti articoli abbiamo visto il paradosso dell’autenticità e della finzione nella recitazione e soprattutto nel cinema come riflessione sull’autenticità nella vita reale (Ciak ep.1 – Il paradosso dell’autenticità), l’entità indipendente delle singole scene che poi compongono la storia completa (Ciak ep.2 – La storia e le singole scene), nonché le inquadrature oggettive e soggettive nella ripresa cinematografica come esemplificazione dei punti di vista nelle relazioni personali (Ciak ep. 3 – Inquadrature e punti di vista).

Il dialogo

Come ultimo argomento, almeno per il momento, ispirato al cinema e alle tecniche cinematografiche voglio trattare il concetto del dialogo, l’ascolto e l’apertura all’altro.

In un dialogo fra due personaggi chi ascolta deve mostrare vivo interesse per rendere credibile la scena. Le sue reazioni (magari immortalate da una soggettiva, vedi Ciak ep. 3 – Inquadrature e punti di vista) allo stimolo del parlato e delle azioni dell’altro deve esser verosimile.

Non deve rimanere impassibile aspettando la sua battuta e magari ripassandosela nel frattempo.

Tony Barr dice che «È difficile, per gli attori, abbandonarsi all’ascolto con totale fiducia negli effetti del meccanismo» [Recitare al cinema e in tvIl più famoso manuale americano per attori”]. Altrimenti non c’è coinvolgimento tra i personaggi né credibilità per lo spettatore.

“Un attore è un tizio che, se non stai parlando di lui, non ti ascolta.”

Marlon Brando

Ascolto passivo

Ma, finzione o no, è quello che in realtà succede con l’ascolto passivo.

Se, quando qualcuno ci parla, non creiamo una vera comunicazione instaurando un reale contatto, il nostro dialogo è in realtà l’unione, a volte anche sovrapposta, fra due monologhi (i tanti megafoni della foto).

Gli atteggiamenti possibili di un ascolto passivo possono essere:

    • Ancor prima che l’altro parli pensare di saper già cosa dirà (“dove andrà a parare”) e magari interromperlo anche alludendo a ciò.

    • Mentre l’altro parla non pensare a ciò che mi dice, ma prepararmi su come rispondere (insomma, ripassare le mie battute)

    • Mentre l’altro parla essere distratta, fare altre cose, non dare importanza all’interlocutore

    • Giudicare quanto mi viene detto

Ascolto attivo

Per instaurare una vera comunicazione, e quindi avere delle relazioni più sincere e efficaci, devo capovolgere tutto questo, dimenticarmi del mio “copione” e essere pronta ad improvvisare in base a quanto mi viene detto e non a quanto io ho già programmato nella mia testa.

Devo attuare un ascolto attivo e mettermi in uno stato di comunicazione empatica con chi ho di fronte.

Non solo le parole saranno allora importanti per capire il contenuto sottinteso, il sotto testo cinematografico. Ciò che non è detto, ma inteso.

“Correttamente sposato è solo l’uomo che capisce ogni parola che la moglie non ha detto.” 

Alfred Hitchcock

Comunicazione non verbale

Il linguaggio del corpo del mio interlocutore sarà un ottimo alleato per decifrare segnali e messaggi sottaciuti, nonché per capire lo stato d’animo di chi ho di fronte ed entrare in sintonia.

Chiedere anche spiegazioni, dove non m è ben chiaro (“Mi sembra di capire che…”; “Mi stai dicendo che…?”) mi può aiutare ad evitare fraintendimenti o a giungere a conclusioni troppo affrettate.

Sempre Barr: «La verità è che, se ascoltate davvero, siete già almeno all’80% del percorso verso la vostra migliore performance».

Non solo quella recitativa, ma anche quella di vita…

Se non mostro un vero interesse, privo di giudizio, il mio interlocutore non si aprirà. Il dialogo avrà apparentemente luogo ma non ci sarà una vera comunicazione efficace.

Ancora Barr: “Se la scena, ovvero quello che sta succedendo nella vostra vita in scena, è abbastanza importante, ascolterete, assorbirete e risponderete con un’intensità sufficiente a creare energia».

 Io non vi lascio con nessun messaggio negativo, anzi….

Al prossimo argomento (vediamo cosa mi ispirerà).

“Prima di lasciarvi vorrei proprio lasciarvi un messaggio positivo. Ma non ce l’ho. Fa lo stesso se vi lascio due messaggi negativi?” 

Woody Allen

E tu?

Come è la tua capacità di ascolto attivo?

Commenta qui sotto, se ti va. I tuoi commenti arricchiranno l’approfondimento.

Come coach aiuto i miei coachees a migliorare le proprie capacità di ascolto attivo.

Se anche tu vuoi migliorare le tue abilità comunicative, Contattami per la sessione gratuita: capirai se il coaching è quello di cui hai bisogno, e vuoi

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