Quando ci troviamo di fronte a momenti di incertezza e dubbio, è naturale sentirsi sopraffatti e paralizzati dalle diverse opzioni e potenziali risultati. Questi dubbi possono diventare ostacoli che sembrano impossibili da superare, impedendoci di prendere anche le decisioni più semplici. Tuttavia, invece di cedere a questi dubbi e paure, è importante prendere il controllo e scegliere attivamente una strada da percorrere. Ma come fare?
In questo articolo:
Il dubbio
Di fronte a più opzioni, a strade diverse da scegliere ma anche di fronte ad una singola opzione possiamo essere assaliti dai dubbi e tutta la chiarezza, che magari avevamo fino ad un momento prima, si riduce in briciole.
È come un puzzle che ci accingiamo a montare: abbiamo separato diligentemente tutti i pezzi (per colore, forma, ognuno poi ha il suo metodo), arriva una folata di vento (il gatto, i pargoli…), e… Puff!
Tutta la visione che avevo, volatizzata in un attimo.
Un agente esterno che, dal niente arriva, e spazza via tutte le certezze.
Queste certezze diventano incertezze, frustrazioni, dubbi.
E, come per il puzzle, viene buttato all’aria e non sappiamo più da dove partire, cosa fare.
Con la tentazione di buttare all’aria veramente tutto (puzzle e non) e di andarsene.
A volte, siamo onesti, non sia tratta di un agente esterno (il vento, il gatto…per rimanere nella metafora). Ma è un agente interno. Una vocina interna. Fastidiosa ma ricorrente, che acquista volume e potere con il tempo. Una vocina che mi dice che non ce la farò mai, che sarà come tutte le altre volte. In questo caso i dubbi e le incertezze nascono esclusivamente da dentro di me e vado a dubitare non delle scelte ma di me stessa (quello che in inglese, con la sua sintetica efficacia, si chiama self-doubt). Questo aspetto lo vediamo meglio nel prossimo articolo.
Concentriamoci qui sui dubbi sollevati dall’esterno e andiamo per ordine.
“Il dubbio è l’inizio della conoscenza.”
Cartesio
Cosa è il dubbio?
Stando alle definizioni da manuale, il dubbio è uno “stato soggettivo d’incertezza, da cui risulta un’incapacità di scelte, essendo gli elementi oggettivi considerati insufficienti a determinarle in un senso piuttosto che in quello opposto.” [Enciclopedia Treccani]
Definizione concisa ed efficace, come è giusto che sia. Con presenti tutti quegli elementi che fanno sì che il dubbio si trasformi in una gabbia che impedisce di scegliere e di progredire.
Lo stato di incertezza
Sarà la scelta giusta? Questa è la domanda del secolo.
Se scelgo questa strada, dovrò abbandonarne un’altra: un lavoro, una scelta di vita. Se tra due possibili relazioni ne scelgo una, dovrò abbandonare l’altra, a meno che non decida di restare ambivalente. Come i maestri giocolieri che con nonchalance si destreggiano in più relazioni, i finali delle storie non mostrano, però, quasi mai maestrie degne di nota…
Tornando alla definizione del dizionario, lo stato è soggettivo, quindi l’incertezza la percepisco io. Non è qualcosa di inconfutabile e assoluto. Senza dubbio, se lo fosse, in alcuni casi mi renderebbe la vita più facile. Avere la certezza matematica del successo di una strada o di un altra (di un lavoro, di un fidanzato…).
In realtà potrei essere pragmatica (o cinica) e fare calcoli matematici (per il lavoro lo stipendio, per il fidanzato, e qui il cinismo a cui mi riferivo, il conto in banca). Se è quello che voglio, o di cui ho bisogno, è senza dubbio un ago della bilancia. Ma anche qui non posso avere la certezza a priori di fare “la scelta giusta”.
Devo quindi basarmi su quella soggettività della definizione. Che, invece di essere una buccia di banana, mi offre una via d’uscita dall’impasse.
È la mia visione, la mia percezione di un fatto, un comportamento, una parola.
E’ il mio sentire. sono i miei valori.
La bellezza dell’incertezza
La soggettività mi fa capire il potere e la bellezza dell’incertezza. La scelta di per sè, giusta o meno, è sempre un’opportunità per fare un passo avanti e crescere.
Innanzitutto, se mi trovo in questa fase di incertezza, significa che ho più opzioni e possibilità davanti a me.
Già questo è un aspetto positivo (quando non ho opzioni o scelte, sarà più facile, in quanto la scelta è obbligata, ma non per questo più soddisfacente). E sicuramente desidererei avere l’opzione che non ho…
Con diverse opzioni davanti a me, invece, io posso scegliere liberamente e dirigermi verso la mia strada, o in modo più pragmatico, verso il mio obiettivo finale.
Il fatto che l’incertezza non sia una qualità inerente al fatto, ma sia influenzata dalla soggettività, se non ne venga addirittura modificata, mi dà il potere di modificare la mia visione e avere una nuova prospettiva.
Ecco perché è così importante cercare e capire diversi punti di vista. Magari chiedendo aiuto ad un amico fidato o un professionista (una coach a caso?), che possono fornirci una visione più chiara per capire meglio le cause dei dubbi e trovare nuove soluzioni. Qualcuno che mi aiuti a capire cosa voglio veramente (quali sono i miei obiettivi, desideri, valori e bisogni oggettivi). E con tutti questi elementi io possa poi scegliere con consapevolezza.
L’incapacità di scegliere
Le scelte spaventano, ed è ovvio perché implicano l’assunzione di responsabilità e, inevitabilmente, comportano un rischio.
Tornando alla scelta del fidanzato (o della fidanzata), mi sento finalmente sollevata di aver imboccato la strada “giusta”, ma magari dopo due mesi, mi rendo conto di non essere innamorata o, peggio ancora, che l’altra persona non lo è e se ne va; o, peggio peggio ancora, che era uno dei giocolieri di cui sopra…
In ogni caso, non c’è niente di male nel riconoscere che forse mi sono sbagliata (essere innamorata della persona sbagliata o nel momento sbagliato). Che ho fatto un errore. Di valutazione, di tempismo, di scelta. Magari era la scelta giusta in quel momento, e non lo è più adesso…
Ogni errore mi avvicina un po’ di più alla scelta “giusta” (prima o poi arriverà il fidanzato ad hoc?).
Magari, se è possibile, posso tornare sui miei passi, e scegliere l’altra opzione.
Oppure, sia che ne abbia la possibilità o no, optare per una terza via (un terzo fidanzato?? o forse un momento di chiarezza con me stessa…).
Se non avessi scelto, lo avrebbero fatto i fidanzati per me; o lo avrebbero fatto gli eventi.
Ma non avrei scelto io.
Posso avere il rimorso di un “errore” compiuto, ma non il rimpianto di un’occasione persa (per vigliaccheria, superficialità, noia, egocentrismo…).
Elementi “oggettivi” non sufficienti
Ecco qui entriamo, forse in un ginepraio.
A volte gli elementi sono, obiettivamente, veramente insufficienti.
Un fidanzato conosciuto un mese prima, del quale non so niente o quasi (di oggettivo, non quello che racconta). Non conosco amici, familiari… beh, forse gli elementi sono veramente insufficienti e la scelta è data dall’intemperanza, dalla paura di perdere l’opportunità, dall’impazienza, dalla passione che presuntuosamente crede di avere la “verità” in tasca.
In questo caso, è bene dare ascolto non solo al cuore ma anche alla testa e prendersi il tempo di valutare i pro e i contro delle diverse opzioni.
A volte però, siamo onesti, gli elementi “oggettivi” ci sono. Sono io che faccio finta di non vederli.
Non posso, vero, avere la certezza matematica (tranne che nei calcoli sui conti correnti sopra accennati, ma anche qui… non è tutto oro quello che luccica…).
Se ci pensiamo bene anche in campo scientifico la certezza non esiste. Ossia, non esiste a priori. Ma viene fuori con le riprove da una teoria che può apparire perfetta, ma magari non funzionante, o comunque perfettibile. Mi viene in mente il film Oppenheimer: a Los Alamos avevano teorie fondate, ma di certezze sul funzionamento non ne avevano fino a che non hanno provato (ahimè) la bomba. E, soprattutto, non ne avevano sulle conseguenze (“ahimè” all’ennesima potenza).
Ma hanno fatto una scelta. Gli scienziati prima. I politici prima, durante, dopo.
“Dubita che le stelle siano fuoco; dubita che il sole si muova; dubita che la verità sia mentitrice: ma non dubitare mai del mio amore.”
William Shakespeare
Ma torniamo ai fidanzat* , scelte più “facili” anche se a volte possono essere più esplosivi delle bombe atomiche (concedimi un po’ di leggerezza).
O una scelta di lavoro, fra due opzioni, o semplicemente se lasciare un lavoro sicuro per il lavoro dei miei sogni.
Certo è che a volte si vorrebbero tutti gli elementi per poter decidere: nessun* ex fidanzat* di mezzo, amici che supportano la nuova relazione, buon lavoro e, perché no, un solido conto in banca (un po’ di ironico cinismo).
Sappiamo bene che tutti questi elementi possono saltare in aria come una bomba atomica… ma ancor più dobbiamo considerare un elemento che non può essere oggettivizzato. Il sentimento. Qui no. Scordiamoci la certezza. “sono innamorata”? Beh, non posso affidarmi ai test dei giornalini (ai miei tempi c’erano, adesso saranno online) per capire se sono innamorata o meno. Tantomeno per capire se l’altr* lo è (di me)!
Come nella scelta di un lavoro. Capire se una strada sarà quella giusta. Posso fare dei business plan e capire che è la scelta giusta.
Ma lo è per me?
Devo accogliere, quindi, il dubbio. Ma non subirlo.
Ciò può implicare rallentare, prendersi il tempo di valutare i pro e i contro delle diverse opzioni, cercare consigli da amici fidati o, appunto, professionisti o semplicemente fidarsi del proprio istinto e agire di pancia.
Il dubbio può essere quindi un volano per aiutarmi a scegliere. Per non farmi fare colpi di testa. A capire in modo più “oggettivo” quanto ho di fronte. Ma non deve essere una gabbia o peggio una scusa per non scegliere.
Devo “ascoltare” quello che voglio, che sento.
Devo correre il rischio.
Il cambiamento avverrà comunque.
Solo che non lo avrò scelto io.
Anche il non scegliere, del resto, è una scelta.
Che mi piaccia o no. Che ti piaccia o no.
“I nostri dubbi ci tradiscono, e impedendoci di affrontare la battaglia ci precludono sovente i dolci frutti della vittoria.”
William Shakespeare
Quanto ti senti bloccat* dai dubbi?
Sei di fronte ad una scelta importante e non sai come fare?
Come coach ti aiuto a prendere le scelte, proprio quelle che ti fanno più paura affrontando i dubbi e i loro perché.
Contattami per la sessione gratuita: capirai se il coaching è quello di cui hai bisogno, e vuoi.