A cosa serve rimuginare, continuare a voler cambiare quello che è stato o mi accade? Serve solo a tenermi ancorato/a ad una situazione o ad una persona che non ha più senso nella mia vita e non mi permette di andare avanti. Accettare quello che non posso cambiare invece mi dà la spinta giusta per lasciare andare e ripartire. Non posso scegliere né cambiare spesso quello che mi accade, ma posso scegliere e cambiare il mio modo di reagire.
A volte crediamo veramente in qualcosa, ce la mettiamo tutta ma elementi esterni ci bloccano o ci buttano all’aria le nostre carte, situazioni che chi scombussolano i piani e ci stravolgono la vita. Oggi più che mai n abbiamo un esempio lampante: una situazione globale che ha ripercussioni sulla società ma anche su ognuno di noi individualmente. Il coronavirus è tornato prepotentemente nelle nostre vite e ci ha obbligato a ridefinire di nuovo il nostro presente con grandi incognite per il futuro.
Ma anche altre situazioni possono sconvolgere il mio presente e l’idea di futuro: un innamorato/a, ad esempio, che si rende conto di non essere più “innamorato/a” e mi lascia senza tante spiegazioni o appigli per cambiare la situazione, o il corso del “destino”.
A volte invece è il passato più o meno remoto che non ci vuole mollare e ci imprigiona in un circolo vizioso di recriminazioni, accuse (a me stessa o ad altri), rimorsi.
Come posso affrontare tutto questo e far sì che non mi abbatta vanificando tutti i miei obiettivi e motivazioni?
Come gioco la mia prossima “mano”? Butto in aria le carte, mi arrabbio, supplico, faccio la vittima degli eventi o dell’altro/a … oppure guardo in faccia alla situazione, l’accetto e…vado avanti?
“Non puoi ottenere sempre ciò che vuoi. Ma se ci provi, a volte lo trovi (e) ottieni quello che ti serve.”.”
Rolling Stones – You Can’t Always Get What You Want
In questo articolo:
Ma che cosa è l’accettazione? O meglio: cosa NON lo è
Devo mollare i miei obiettivi, e rassegnarmi agli eventi aspettando che la situazione cambi da sola?
Tutt’altro. L’accettazione è proprio il contrario. Vediamo più nel dettaglio. E cominciamo con il capire cosa NON è l’accettazione.
Accettazione non è rassegnarsi e mollare
Accettare la situazione che non posso cambiare non vuol dire rassegnarsi. Non vuol dire mollare. Al contrario. L’accettazione è alla base del successo. Quando vedo che un percorso non è più adatto a me, non devo credere che l’intestardirmi sia sinonimo di lungimiranza o visione. Molto spesso ciò che mi tiene legata ad una situazione o persona, è semplicemente la paura del cambiamento, e non la motivazione e determinazione. Devo allora essere sincera con me stessa, e capire il motivo del mio “non reagire” e rassegnarmi.
Accettazione non è sinonimo di debolezza
È proprio il contrario. Saper capire i propri limiti o i limiti di una situazione implica avere il coraggio di ammettere i propri errori, di ascoltare critiche e opinioni diverse. Ammettere che la realtà è diversa da come me l’ero immaginata o programmata, richiede una grande dose di coraggio. E solo da questa accettazione posso ripartire, con flessibilità e magari ironia.
Accettazione non vuol dire approvare
quanto accaduto o quanto è stato fatto da qualcuno nei miei confronti. Semplicemente vuol dire prenderne atto, e soprattutto essere consapevole che non lo posso cambiare. Sarebbe solo frustante e inutile di lottare per cercare di modificarlo.
“Il modo migliore è non combatterlo, vai e basta. Non cercare sempre di aggiustare le cose. Ciò da cui scappi rimane solo con te più a lungo. Quando combatti qualcosa, lo rendi solo più forte.”
Chuck Palahniuk
Cosa è l’accettazione?
Vediamo allora COSA è e vuol dire accettazione.
Accettazione è distacco
Il che non vuol dire essere freddi o insensibili. Accettazione è accogliere emozioni negative, e come tale saperle gestire. Non vuol dire ignorarle o nasconderle sotto il tappeto. Tutt’altro. Vuol dire portarle allo scoperto, capirle e poterle quindi gestire in modo che non mi rendano succube e vittima, ma consapevole e proattiva nelle mie scelte e mosse future. E soprattutto implica il rimuovere le connotazioni negative di quanto successo.
Accettazione è lasciare andare
Lasciare andare una persona, il passato, una situazione (che non vuol dire dimenticare). Vuol dire smettere di rimuginare, accusare me stessa o altri di azioni che hanno “rovinato” il corso degli eventi. “Avrei potuto dire”, “perché non sono stata zitto/a?” (questa frase personalmente me la dovrei forse dire spesso, ma evito consapevolmente!!). Quante volte questi pensieri mi ingabbiano in un senso di colpa o in un ostinato e non responsabile voler per forza colpevolizzare qualcuno della fine di una storia, di un “insuccesso” nel lavoro o nella vita. Se rimango a crogiolarmi in questi pensieri, non agisco e non reagisco. Semplicemente metto i remi in barca e smetto di remare. Mi rassegno e mi lascio andare al vento degli eventi.
Accettazione è impegno
Ma come faccio a ripartire se tutto ruota contro di me? L’accettazione implica che io faccia chiarezza nella situazione per quanto cruda e dura da accettare possa essere (l’innamorato se ne è andato perché non più innamorato…) e veda quindi tutti gli aspetti positivi e negativi (senza dubbio non voglio elemosinare amore da chi non può darmelo…) e impegnarmi a migliorare me stessa e di conseguenza le mie carte per la prossima mano da giocare (ho chiaro cosa voglio e non scendo a compromessi che minino il mio amor proprio!). Accettazione è spostare le mie energie e attenzione non a quello che non posso cambiare ma a quello che posso cambiare.
Accettazione è cambiamento e azione
L’accettazione implica quindi la consapevolezza della situazione, delle mie risorse (che, se guardo bene sono sempre di più di quanto creda) e presuppone un cambiamento, una trasformazione.
“Fai ciò che puoi, con ciò che hai, dove sei.”
Theodore Roosevelt
La mia reazione agli eventi esterni deve essere su me stessa. Del resto, è l’unico campo in cui ho pieni poteri di azione! Devo capire cosa posso migliorare e focalizzarmi su questo, non rimuginare su cosa non ho o che ho perso. E in una situazione avversa, triste e spiacevole posso trovare la chiave per cambiare non le carte che ho in mano (quelle mi sono capitate) ma il mio modo di giocarle!
L’accettazione è quindi la base del successo, interiore ed esteriore.
Gli antichi lo indicavano con la locuzione di Amor fati (amore del destino). Nietzsche lo riprende per il suo super-uomo che accetta in modo addirittura entusiastico gli eventi che si susseguono casualmente nella vita. [“esseri superiori, al di là del bene e del male … la mia formula per la grandezza dell’uomo è amor fati: non volere nulla di diverso, né dietro né davanti a sé, per tutta l’eternità” (F. Nietzsche, Ecce homo) ]
Trovo efficace questa definizione data da Marcello Veneziani: “È Amor fati. Amare la realtà per quel che è, amare l’avvenire per quel che sarà, come si accoglie il passato da cui discendiamo, in cui sono custodite le tracce e le memorie che ci costituiscono al mondo. Lasciar essere le cose, gli altri, la vita, il cosmo; riconoscere il mondo, e accettare la destinazione. Amor fati”. [Marcello Veneziani “Amor Fati”, Mondadori 2010].
A me piace questa definizione dell’accettazione: molto diretta ma di impatto.
“A volte le persone lasciano che lo stesso problema le renda infelici per anni quando potevano semplicemente dire, e allora? Questa è una delle cose che preferisco dire. E allora?”
Andy Warhol
Accettazione è dire: e allora?
Nel prossimo articolo vedremo più nel dettaglio l’accettazione di se stessi…
Rimanete sintonizzati!
Riesci a dire: e allora?
Quali sono le tue strategie o al contrario cosa ti blocca?
Come coach aiuto i miei coachees a lasciare andare quanto è stato o quanto non possono cambiare.
Se anche tu non sai come scrollarti di dosso da cosa non puoi cambiare e vuoi attuare un cambiamento, Contattami per la sessione gratuita: capirai se il coaching è quello di cui hai bisogno, e vuoi.
Talmente logico che non ci ho pensato… Proprio in questi giorni sto attraversando una situazione simile,non grave per fortuna,ma abbastanza importante da essermi arrovellato per questi giorni. Mai sminuirsi e mai fossilizzarsi sulle cose,si può anche accusare il colpo estare al tappeto per poco ,poi ci si deve rialzare .
GRAZIE!!!
Hai ben detto Giorgio, mai restare al tappeto! A volte le cose più logiche non sono visibili… basta cambiare l’approccio, un pò come cambiare le lenti degli occhiali 🙂 . Grazie ate!!