Successo e fallimento ep. 2: come raggiungo il successo?

raggiungere il successo

Esistono regole o ricette da gourmet per raggiungere il successo? E possono essere efficaci per tutti? Ognuno, così come ha una diversa percezione del successo, deve forse modificarla parzialmente quella ricetta, in base ai gusti e…a cosa ha nel frigo! Il sapore finale non varierà, anzi sarà senza dubbio speciale e unico (attenti alle dosi…però)!

Nel precedente articolo (Successo e fallimento ep. 1: cosa è il successo?) abbiamo visto come sia definito il successo ma anche come possa essere circoscritto da ognuno di noi, con una diversa percezione e concezione. Vediamo adesso come possiamo ottenerlo, questo successo.

La ricetta per il successo (o no?).

Non esiste senza dubbio una ricetta segreta, né una pozione magica. Si trovano tante regole in giro e senza dubbio sono efficaci. Più che di regole io preferisco parlare di indicazioni, con gli ingredienti e le dosi suggerite (il famoso q.b. “Quanto basta”, mentre mia nonna faceva tutto “ad occhio”: inutile dire che le sue ricette sono inimitabili e inimitate).

Ma la ricetta la devo mettere in pratica e per farlo la devo adattare ai miei gusti, ai miei bisogni e desideri (quante persone ho per pranzo e che portate voglio proporre). Ma non mi devo dimenticare di controllare il frigorifero, quello che si ho a disposizione (eventualmente mi procuro quello che manca) e all’inventiva che si ho di trarne una nuova ricetta, la mia, magari da tramandare ai figli e nipoti (nel mio caso solo a questi ultimi) come si fa con le preziose ricette di famiglia.

“Purtroppo accade con certe ricette stampate, che non corrispondono quasi mai alla pratica.”

 Pellegrino Artusi

È con l’esperienza che perfezionerò la mia ricetta, consapevole che ogni variazione negli ingredienti, nelle loro quantità, nei tempi di cottura porterà a risultati diversi, a degli effetti diversi. E a volte anche a brucianti – o bruciati- fallimenti (lo vedremo meglio nel prossimo articolo).

Legge di causa-effetto

Dall’Artusi passiamo ad Aristotele e alla sua legge di causa-effetto, anche se non ho nozione di come fossero sue abilità culinarie, senza dubbio il suo pensiero ha messo le fondamenta di molti approcci che abbiamo o dovremmo avere. Proprio come l’Artusi in cucina la pratica è alla base di ogni nostro intervento. 

Aristotele ci carica – a volte è l’espressione giusta – della responsabilità (ma anche dei meriti) delle nostre azioni e degli effetti di esse. Niente accade per caso, siamo regolati dalla legge e non dal caso. Non esistono Dei dispettosi sull’Olimpo che giocano con le nostre vite, un Giove farfallone pronto a metter caos nella vita dei poveri terrestri, soprattutto se c’è una donna di mezzo, e “donne e guai” si dice tuttora (mi scusino i classicisti…ma parlando al riguardo mi viene sempre in mente la rappresentazione che ne viene fatta in quel magnifico cartone animato che era Pollon…).

Non devo quindi mettere ad aspettare il successo, proprio come il pranzo non si prepara da solo (anche con i robot da cucina gli ingredienti li devo preparare…e comunque io preferisco cucinare e mettere a soqquadro tutta la cucina, mi dà più soddisfazione!).

No. Il successo non arriva per caso, magari può arrivare da strade e canali a me ignoti o che non mi aspettavo (credevo di fare dei Macaron e invece ottengo una Pavlova degna di menzione sulla guida Michelin). Il
successo non è un miracolo, né una fortuna. Anche se a volte essere nel luogo giusto e al momento giusto aiuta, senza ombra di dubbio. Ma se non mi muovo mai, non vado mai a cercare non mi troverò mai nel luogo giusto al momento giusto. Difficile che l’occasione della nostra vita ci suoni al campanello (a me non è mai è capitato, tranne che per le consegne dei pranzi pronti surgelati!).

Come raggiungo il successo?

Intanto mi devo mettere di fronte allo specchio e chiedermi se mi piace dove sono (e chi sono). Non è detto che la risposta, se sincera, mi piaccia o che comunque non mi soddisfi pienamente.

Come mettermi di fronte al pranzo che ho preparato e chiedermi se era quello che volevo fare, se ho raggiunto il livello di alta cucina a cui aspiro.

Riprendendo Aristotele e la legge della causa-effetto capire cosa posso cambiare e soprattutto se e quanto sono disposta a farlo. Devo svuotare il frigorifero e procurarmi nuovi ingredienti (magari più freschi, di stagione, come delle competenze aggiornate o del tutto nuove). Cambiare il set di pentole con nuove e belle che mi riducono i tempi di cottura e magari mi permettono di cucinare senza grassi (come, nel mio caso, gli strumenti tecnici
e tecnologici efficaci che mi permettono di fare un ottimo lavoro nel minor tempo…). Ma soprattutto devo aver ben chiaro cosa voglio cucinare, per quante persone e che tipo di portata.

Non devo aver paura di sognare (Martin Luther King ha detto “I have a dream” e non “ I have a plan”).

Obiettivi

Quindi devo focalizzarmi sugli obiettivi che voglio raggiungere. Devono essere obiettivi che mi facciano spostare l’asticella sempre più in là che non mi facciano mai sentire “arrivata”.

 Un bravo cuoco impara sempre e si mette sempre alla prova con nuove sfide. Gli obiettivi a lungo e breve termine che siano sfidanti ma non irrealizzabili (diventerebbero solo frustanti e continuerei a spostare la scadenza dicendomi che ce la posso fare…magari, chissà). 

E se sono troppo obiettivi “difficili” forse non li avevo valutati bene, non li avevo definiti in base alle reali condizioni, opportunità e desideri (di nuovo il frigorifero, i gusti, gli invitati…).

Nel caso di obiettivi troppo grandi devo dividerli in obiettivi più piccoli, in singole portate di un pranzo magari luculliano, in modo da ottenere quelle realizzazioni singole di cui parlavo nel precedente articolo.

Ma devo partire dalle basi, devo capire cosa mi piace, cosa so fare bene e come valorizzarmi e credere veramente in me stessa. Io ad esempio sono brava nel cucinare i dolci (sarà perché li adoro mangiare!).

Molto spesso siamo noi i più abili sotto-estimatori delle nostre capacità, delle possibilità che abbiamo e delle giuste intuizioni e visione che abbiamo.

“Dipende da noi stessi darci dei riconoscimenti. Se aspettiamo che vengano da altri, saremmo risentiti se non arrivassero. E se dovessero arrivare potremmo anche rifiutarli.” 

Spencer Tracy

Valori, vision e mission

Per credere in me stessa devo essere coerente, e per esserlo i miei obiettivi e i comportamenti devono essere in linea con i miei valori, che mi guidano e mi proiettano nella vita di tutti i giorni e nel futuro, e unire questi valori a quelle che sono chiamate – di nuovo inglesismi – vision e mission.

La vision è ciò che io “vedo di me”, all’ennesima potenza, fra qualche tempo (es. 5 – 10 anni). Chi sarò, in base agli obiettivi, a cosa sto facendo, alle decisioni che sto prendendo per migliorami, per fare la differenza nella vita mia ma non solo anche a quella delle persone che mi circondano. Quindi è una proiezione.

La mission è lo scopo, è come e perché voglio raggiungere quella vision. Può implicare il raggiungere un determinato traguardo, realizzarmi in un determinato campo, migliorare la qualità della vita degli altri e il mio rapporto con loro (vedi a questo riguardo i miei articoli Mission personale ep. 1, Mission personale ep. 2, Mission personale ep. 3). Devo insomma alimentare la mia passione, non farmi ami mancare i giusti ingredienti.

 Anche qui Aristotele ci viene in aiuto. Devo fare una strategia come raggiungerli. Proprio come il procedimento della ricetta.

È vero che Martin Luther King aveva detto “I have a dream”, ma il piano lo ha fatto, eccome, e solo così è stato efficace non perdendo la sua carismatica attrattiva.

 

passione

Preparazione

Inoltre sempre memore dell’insegnamento aristotelico, non posso improvvisare. Per raggiungere il successo, devo avere un’ottima preparazione. Devo leggere bene la ricetta, fare la spesa, e procurarmi tutto l’occorrente. Per ricette difficili fare più prove o addirittura un corso di cucina. Ma preparami. Soprattutto per un evento importante, come un pranzo di una cerimonia, nel quale tutto deve essere al massimo.

Qui mi riferisco alla “Regola del 10/90”: secondo Brian Tracy (in “100 leggi fondamentali del successo nella vita e nel lavoro”) il 10% del tempo che dedico alla preparazione e pianificazione mi farà risparmiare il 90% del tempo e della fatica per raggiungere gli obiettivi).

Se mi preparo il tavolo con tutti gli ingredienti, non dovrò perdere tempo prezioso dopo (magari rischiando di bruciare tutto per inattenzione o semplice confusione).

Inutile ingannarsi. Se voglio il successo devo lavorare sodo (soprattutto se voglio che sia un successo duraturo e non una scintilla pronta ad esaurirsi nel giro di poco).

I sufflè sono il risultato di preparazione, dedizione e bravura (anche se, a me, i soufflé non sono mai piaciuti…).

Cambiamento e flessibilità

Ma soprattutto per raggiungere il successo, devo essere pronta al cambiamento (che magari sarà diverso, almeno in parte, da come me lo aspettavo). Devo lasciare ampio margine alla flessibilità. Se non posso realizzare il soufflé perché il forno non funziona, devo optare per un altro piatto, non meno elaborato né di effetto (e sapore).

Il successo inoltre non è statico, non è che se lo raggiungo poi posso dormire sugli allori. Dopo un pranzo andato bene, devo ingegnarmi per altri sempre più sfidanti. Questo è uno dei più grandi “errori” che mi fanno poi tornare indietro. Mi devo sempre migliorare, mettermi alla prova, ponendomi nuovi obiettivi e traguardi.

E se il successo non arriva, devo saper cambiare rotta, mettermi in discussione per migliorarmi e migliorare le mie “prestazioni” (termine che non mi piace proprio per niente riferito agli esseri umani e per questo lo metto fra virgolette: io lo posso usare -che so- per un’auto, anche se trovo sempre il modo di associare anche a questa il concetto di passione e emozioni…le mie, quando guido).

Se i miei Macaron insomma sono un disastro, devo riprovarci…e riprovarci ancora. O cambiare ricetta se vedo che i Macaron non fanno per me.

Questa citazione ci introduce il terzo episodio dell’argomento, passiamo da come raggiungere il successo a come affrontare il temuto fallimento.

Continua…rimanete sintonizzati sugli stessi fornelli (non vi bruciate, tranquilli)….

“Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.” 

Sir Winston Churchill

E tu?

Quale è la tua ricetta per il successo?

Quali sono i tuoi ingredienti segreti?

Commenta qui sotto, se ti va. I tuoi commenti arricchiranno l’approfondimento.

Come coach aiuto i miei coachees a creare le loro ricette per il successo.

Se anche tu non sai come dosare gli ingredienti per il tuo successo, Contattami per la sessione gratuita: capirai se il coaching è quello di cui hai bisogno, e vuoi

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