diamante

 Il diamante è forse il simbolo che più rappresenta il diventare la migliore versione di noi stessi, con il resistere alla pressione, la pazienza unita alla determinazione e alla competenza. Questi sono gli ingredienti basilari per far uscire da un anonimo sassolino un diamante splendente e di immenso valore. Ma come primo passo dobbiamo prendere consapevolezza di questo valore, di essere un diamante, e avere fiducia nelle nostre potenzialità per poter poi uscire dal guscio di terra solidificata e splendere. E, non per ultimo, avere l’accortezza di “regalare” questo diamante a chi veramente si merita un tale dono di valore.

Il diamante, lo sappiamo si forma dal carbonio puro, una combinazione molto semplice, sembrerebbe. Abbiamo bisogno di soli atomi di carbonio. Ma il carbonio deve essere puro e formare un reticolo ordinatissimo di legame fra i vari atomi (5 in tutto, niente è lasciato al caso). Per diventare diamante (nonché pietra preziosa ma anche il minerale più duro in natura), però, c’è bisogno di alcune, fondamentali, condizioni esterne: la pressione e la temperatura.

Non voglio addentrarmi troppo negli anfratti della chimica, tranquilli, altrimenti potreste pensare di essere sul blog sbagliato (e io con voi!), e non è questo, ovviamente lo scopo di questo articolo.

Siamo tutti dei diamanti potenziali?

Ognuno di noi è un potenziale diamante. Io, tu, lo siamo.

Ma per esserlo devo averne la consapevolezza.

In primis, così come nel diamante ci sono solo atomi di carbonio puro (niente aggiunte, contraffazioni) la base di tutto è la purezza, l’autenticità. Sappiamo bene che il diamante grezzo è uguale ad anonime pietre. Ma solo il diamante vero può uscire dalla massa e brillare. Spesso, è vero, ci troviamo di fronte a bigiotteria ben fatta che può ingannare l’occhio. Ma inganna solo l’occhio non esperto, e, in ogni caso, l’inganno non dura a lungo.

Non dimentichiamoci anche la ferrea organizzazione di collegamento fra i diamanti. Solo avendo chiaro chi siamo e cosa vogliamo, autostima e sicurezza in sé, possiamo far brillare le nostre potenzialità di “diamante”.

Questo è proprio il senso del coaching, del resto. Ed è per questo che il mio lavoro mi appaga e stimola sempre più. Aiutare a crescere la propria autostima e consapevolezza di sé, individuando gli obiettivi, resistendo alle pressioni esterne – anzi usandole a nostro favore, proprio come il diamante- e poter quindi uscire fuori dal guscio per splendere. E non solo, come il diamante, anche essere fonte di nuova luce, grazie alle sfaccettature della propria personalità e delle potenzialità scoperte – se già esistenti – o acquisite.

In Cosa è il coaching e cosa vuol dire essere una coach per me, spiego in modo chiaro cosa è il coaching, ì il coach aiuta il coachee a uscire dalla pressione, tirare fuori le potenzialità da “diamante” e splendere. Di nuovo, direte, il riferimento ai diamanti, sarò stata abbagliata forse da ragazzina dalla meravigliosa Marilyn (alias Lorelei Lee) quando cantava “Diamonds are a girl’s best friends” in “Gli uomini preferiscono le bionde” (mi accontento di poco…). In realtà il film che di lei preferisco è l’intramontabile e inimitabile “A qualcuno piace caldo”…ma sto tergiversando…

Siamo tutti delle stelle e meritiamo tutti di brillare.

Marilyn Monroe

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avversità

Le condizioni esterne

Il diamante, abbiamo visto, ha bisogno di situazioni esterne ben precise: pressione e temperatura.

Anche noi, per tirare fuori il potenziale diamante, abbiamo bisogno di particolari situazioni esterne. Ma non crediamo che debbano essere situazioni rilassanti o facili. Il diamante è sottoposto a pressioni e temperature elevatissime, e poi portato in superficie dalle eruzioni vulcaniche con la lava. Insomma, non proprio una passeggiata, direi (un po’ come il percorso della perla, approfondito nell’articolo box a fianco).

E molto spesso anche noi siamo sottoposti a pressioni e ostacoli non da poco.

Ma è proprio dalle situazioni di difficoltà che si può innestare il cambiamento e tirare fuori le nostre potenzialità.

Sì, siamo tutti dei potenziali diamanti…ma dipende da noi.

Dalla nostra consapevolezza e da come reagiamo alle pressioni esterne.

Basti pensare che l’altra forma derivata dal carbonio puro è la grafite. Tutto il contrario del diamante: tenera, nera, né durevole, né, soprattutto, lucente.

Ora, non voglio togliere l’importanza della grafite (con cosa disegneremmo se non ci fosse!!) ma prova a regalare un anello con grafite per una proposta di matrimonio – o a suggerirlo se non ti interessa la situazione – e poi mi racconti come è andata (chissà…potremmo stupirci!).

Dipende da noi, ma me, da te, cosa vogliamo essere. Diamante o grafite….

Liberarsi del superfluo

Come il diamante non tagliato – quindi allo stato grezzo – siamo delle pietre ordinarie. Neppure troppo belle a vedersi. E tutte molto simili.

Per diventare diamante c’è bisogno di un occhio esperto e una mano abilissima che tagli via il superfluo.

Quell’occhio esperto devo essere io innanzi tutto.

Ma devo accettare di buttare via molto. Se mi tengo la corazza – la kimberlite del diamante – non potrò mai splendere.

Nel caso dei diamanti oltre il 75% della materia viene buttata nel processo di pulitura.

Ti sei mai chiesto quanto dovresti lasciarti alle spalle per poter definire la tua identità e i tuoi obiettiviliberare la tua potenzialità e splendere? Tirare fuori il diamante che è in te, insomma.

Le abitudini negative

Dobbiamo lavorare in primis su noi stessi: su limare o addirittura eliminare atteggiamenti o abitudini negative (se non tossiche).

Le abitudini ci danno una regola nella vita, ma se sono abitudini negative, ossia abitudini che non ci portano verso gli obiettivi ma ce ne allontanano, vanno modificate se non eliminate. Le abitudini negative sono quelle che mi bloccano che non mi fanno crescere, non mi fanno uscire dalla mia zona di comfort. Non è il massimo, ma ci sto bene, mi sono abituata…

Come la storia della rana bollita di Chomsky: a furia di rimandare il salto fuori dall’acqua, prima tiepida poi a bollore ma non ne ha più la forza per uscirne, ci rimane, appunto, bollita [se vuoi approfondire, analizzo la metafora della rana qui Come fare uscire da situazioni stagnanti: non aspettare, salta.]

Forse è il momento di saltare, di cambiare…

Le persone tossiche

Altro aspetto da limare, o eliminare, sono le persone tossiche che abbiamo intorno e ci succhiano le energie e distruggono la nostra motivazione.

Come per il decluterring dell’armadio (per intendersi, buttare via quello che non metto, e non metterò mai, per far posto al nuovo) devo fare anche il decluttering relazionale: ciò che non funziona più, lo posso aggiustare o è diventato ormai un peso che non mi permette di crescere e muovermi?
[Ti consiglio di leggere a questo riguardo la serie dei tre articoli dedicati – nel box il link al no. 2 da cui puoi accedere agli altri 2].

 

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“Prima di uscire, guardati allo specchio e levati qualcosa.”

Coco Chanel

Il diamante è destinato a chi sa riconoscerlo nella massa di pietre

Senza scelte difficili e cambiamento rimarremmo una pietra anonima, ammucchiata nella massa di pietre senza valore.

Dobbiamo capire cosa rimuovere e gettare e dove tagliare, e come farlo. Per poter tirare fuori tutto lo splendore nascosto.

Ci vuole coraggio, autostima e consapevolezza di sé. Sapere di essere un diamante. E non aver paura di brillare.

Se non mi reputo io stessa di valore – se non mi sento un potenziale diamante – come potranno darmi valore glia altri?

I diamanti sono unici, splendono, non possono restare anonimi nel mucchio. Questo comporta il coraggio dell’autenticità, di essere veri, magari con le proprie particolarità che a qualcuno potrebbero apparire stranezze, e non essere apprezzate.

E infatti, l’occhio non esperto, lo getterebbe via (per poi mangiarsi le mani, quando è troppo tardi, ossia quando qualcun altro, più accorto, si è reso conto del tesoro che ha avuto in dono).

E soprattutto sa come valorizzarlo. Vedere il valore oltre l’apparente semplicità. Vedere oltre la corazza della kimberlite…

diamante

Solo un eccellente gemmografo o orafo distingue il diamante grezzo dagli altri sassi senza valore.

Non lasciamo in mano il nostro valore a chi non lo sa o non vuole apprezzare e ci tratta da sassi qualunque invece che da diamanti.

Non solo chi sa tagliarlo, ma anche chi lo indosserà: un diamante va portato con eleganza, rispetto e cura.

Un diamante è un dono, di valore, e come tale destinato solo a chi sappia riconoscerlo, apprezzarlo e ulteriormente valorizzarlo (in alternativa c’è bai diamanti c’è pur sempre la grafite, per chi non voglia impegnarsi…).

Non permettere a nessuno di considerarti e trattarti da grafite. Sei un diamante. Non dimenticarlo.

E adesso è il momento di splendere!

“Continua a brillare, pazzo diamante.”

in Wish You Were Here, Pink Floyd

E tu?

Cosa vuoi essere, grafite o diamante?

Hai messo il tuo “diamante” nelle mani di chi sa apprezzarlo e valorizzarlo?

Commenta qui sotto, se ti va, sarà interessante avere diverse opinioni.

Come life coach guido i miei coachees a brillare di luce propria. Come diamanti.

Se vuoi brillare come un diamante, contattami per la sessione gratuita: capirai se il coaching è quello di cui hai bisogno, e vuoi.

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Siamo tutti diamanti destinati a brillare?