Chiedere scusa. Una delle parole più semplici che può essere tanto difficile a dirsi. Per chi la dice (o non la dice) e chi la riceve (o non la riceve). Ma quando è bene chiedere scusa? E come farlo nel modo più efficace e convincente?
Quante volte mi rendo conto di aver ferito qualcuno, in modo volontario o no, consapevole o no.
Una mia azione (o una mia non-azione), una mia parola (o un mio silenzio) che magari per me non hanno un significato particolare per il mio interlocutore possono aver aperto una ferita. Ancor peggio quando, presa da rabbia o insofferenza, ho usato volutamente una certa parola o ho agito in un certo modo per ferire…e ci sono riuscita…
In questo modo si è rotto qualcosa nella relazione (se non la relazione stessa).
È venuta meno la fiducia, la stima e la sensazione di potersi affidare all’altro/a, senza remore.
Nessun giro di parole…regali, gentilezze.
Niente può risanare se non le scuse.
Aperte, chiare e sincere.
Solo così l’errore e la ferita possono essere accantonati.
“Si sbaglia sempre. Si sbaglia per rabbia, per amore, per gelosia. Si sbaglia per imparare. Imparare a non ripetere mai certi sbagli. Si sbaglia per poter chiedere scusa, per poter ammettere di aver sbagliato. Si sbaglia per crescere e per maturare. Si sbaglia perché non si è perfetti.”
Bob Marley
In questo articolo:
Cosa sono le scuse (sincere)?
Le scuse (non di facciata, ovvio) sono composte essenzialmente da due elementi:
- Il capire di aver ferito l’altra persona
- Il mostrare rimorso per quanto fatto
Senza uno dei due elementi il chiedere scusa è solo una facciata di perbenismo o convenienza.
Del resto, proprio l’etimologia della parola ci viene in aiuto. Scusarsi (e scusare) deriva dal latino excusāre, ( ĕx-, che indica privazione e cāusa ‘causa; colpa’). Quindi togliere la colpa (all’opposto si trova infatti accusare). Sia per chi chiede che per chi accetta le scuse.
Quindi assume un ruolo chiave il riconoscere la propria colpa o responsabilità (lo vedremo meglio più avanti in come chiedere scusa).
Perché è così importante chiedere scusa.
Il chiedere scusa è innanzi tutto un atto verso l’altra persona. È una forma di rispetto e una presa di responsabilità per quanto successo.
Ma è anche una forma di rispetto verso me stessa. La mia integrità e la mia dignità.
Inoltre, può essere il collante per la fortificazione della relazione stessa, anche se non nell’immediato.
Mettiamola così.
Posso aver fatto la cosa più brutta, ma se mi scuso (sinceramente, eh) questa crepa – se la persona in questione accetta le mie scuse – può trasformarsi in qualcosa ancora di più bello.
Un po’ come il kintsugi, l’arte giapponese per la riparazione di oggetti in ceramica che li rende più preziosi e belli (letteralmente si traduce “riparare con l’oro”): le ferite non sono nascoste, ma esaltate e impreziosite.
Non dimentichiamoci mai che è una relazione a doppio senso. Chi chiede scusa non può pretendere l’accettazione da parte dell’altra persona, che può anche non accettare le scuse, o che comunque il processo di accettazione può non essere così scontato (dipende dalla gravità del fatto e dalle “ferite” riportate) o immediato.
Ognuno deve fare la sua parte. Sulla base dell’importanza data alla relazione e alla persona in questione (tolte le arrabbiature delle prime reazioni).
Cosa succede se non chiedo scusa.
Se la mia azione o la mia parola hanno causato una crepa nella relazione, il non chiedere scusa causerà una rottura totale.
Se non chiedo scusa queste crepe, a volte impercettibili, si trasformano piano a piano in voragini, per le parole sottaciute (che invece erano necessarie), i fraintendimenti, i pregiudizi sempre più crescenti.
E nessun kintsugi delle relazioni potrà aggiustare il rapporto frantumato.
Ecco che la stima e la fiducia svaniscono totalmente e mi trovo di fronte ad una persona a me sconosciuta (soprattutto chi è stato vittima). In campo sentimentale non è raro il chiedersi come facessi ad essere innamorata di questa persona. Ma è dovuto al fatto che adesso vedo solo questi aspetti, oltretutto non chiariti, che la persona e la situazione mi mettono davanti. Il fare il primo passo, quindi, chiedendo scusa è l’azione fondamentale per non rovinare una relazione (di qualsiasi tipo).
Il non scusarmi può danneggiare anche la mia reputazione, in ambito sociale, ma soprattutto in ambito lavorativo (eh sì…non si chiede scusa solo al partner o agli amici…).
Nel caso, ad esempio di un manager o un responsabile di un team, questa non-azione (il non scusarsi) andrà ad influire sul senso di identità e responsabilità di tutta la squadra. E tutti, di conseguenza, si comporteranno così in situazioni analoghe.
“Scusa sembra essere la parola più difficile.”
Elton John (Sorry seems to be the hardest word)
Perché per qualcuno è così difficile chiedere scusa.
Molte persone non riescono però a chiedere scusa. Mi viene in mente Fonzie, che non riusciva a dire “ho sbagliato” (ma si sforzava…e lo biascicava in qualche modo…quindi l’intenzione c’era e anche l’attuazione, anche se non plateale con scritte sui muri…ma non per questo meno efficace…anzi!).
Innanzi tutto, il chiedere scusa implica il fatto di riconoscere la propria responsabilità.
E questo racchiude in sé il coraggio. Sì. Il non chiedere scusa è una forma di vigliaccheria, non giriamoci intorno. Mi mette in una situazione di mancanza di controllo della situazione. Passo il comando a chi accetta (o no) le mie scuse. Il futuro della relazione e situazione è nelle mani dell’altro/a, che può decidere se accettare le mie scuse e continuare la relazione o non accettarle. E quindi interrompere il rapporto.
E per questo divento vulnerabile. Ho paura della reazione dell’altro/a. E quindi di fallire nel mio intento. Già mi costa così tanto – per orgoglio o quant’altro – fare il passo delle scuse e magari non servirà allo scopo. Ci sta. Le relazioni non sono a senso unico. Inoltre, l’accettazione dell’altro/a mi solleva dalla colpa. In non ottenerle mi lascia in qualche modo con le colpe addosso…
Ho bisogno del coraggio e di una forte auto-consapevolezza, nonché auto-stima (a cui tengo e non voglio venga infranta dalla vigliaccheria del non chiedere scusa).
Ma è proprio il mio amor proprio che mi farà affrontare anche un “no” alle mie scuse. E magari sarà un incentivo per lavorare su di me e il mio modo di pormi nelle relazioni future.
Come chiedere scusa
Dopo aver visto il perché sia necessario farlo, vediamo il come.
La prima cosa che devo aver ben stampata in mente quando mi accingo a chiedere scusa è che non si tratta di me. Non è per mettermi l’anima in pace, anche senza dubbio ne beneficerò e forse ne beneficeranno le mie insonnie dovute ai sensi di colpa (se ne ho). No, è per il beneficio dell’altro/a. Di chi ha riportato le ferite. Le crepe. Devo andare ad usare l’oro come nel kintsugi per riparare cosa ho danneggiato. Volutamente o no. Consapevolmente o no.
Quindi devo mettere al centro l’altro, ascoltarlo e capirlo.
Empatia e rimorso
Devo quindi provare empatia. Capire veramente il danno causato, e non usare frasi di circostanza (che sono subito scoperte). Devo quindi esprimere il rimorso: oltre alle parole il mio linguaggio del corpo parlerà per me. Quindi è meglio affrontare la cosa di persona e se proprio non è possibile via telefono (dove almeno il para-verbale della voce è chiaro). Evitiamo lo scritto. Soprattutto i malefici messaggi che tanto danno fanno per i fraintendimenti e incomprensioni che generano (nessun emoji può venirmi in aiuto).
Non devo essere generica del tipo” Scusami…di tutto quanto”. Ma essere specifica sulle azioni, comportamenti che ho avuto e hanno fatto soffrire l’altro.
Responsabilità
Devo quindi assumermene la responsabilità, anche nel caso in cui la mia azione non fosse intenzionale (ovvio, tutta la gravità del fatto cambia, proprio come la definizione dei reati in tribunale: colposo, preterintenzionale ecc…).
Quando ammetto le mie responsabilità devo farlo al 100%. Non trovare scuse, dare colpe ad altri, inscenare le situazioni più apocalittiche. Anche se ci fossero letteralmente state. In questo contesto è la mia responsabilità protagonista (ahimè). Tutto il resto verrà dopo, se verrà, in ulteriori chiarimenti.
Da un punto di vista linguistico, devo togliere le congiunzioni avversative ma e però. Il dire “scusami se ti ho risposto male, ma il capo mi aveva fatto arrabbiare”….fa crollare tutta la mia scusa…ecco che non mi assumo veramente la responsabilità ma la riverso sul capo (o chi per lui).
Oppure il nascondersi dietro l’insopportabile quanto vigliacco “è successo così.
“Ti prego, ti prego, non ci uccidere. Ti prego baby, lo sai che ti amo. Non avrei mai voluto lasciarti, non è stata colpa mia. Davvero, sono sincero. Quel giorno finì la benzina. Si bucò un pneumatico. Non avevo i soldi per il taxi! Il mio smoking non era arrivato in tempo dalla tintoria! Era venuto a trovarmi da lontano un amico che non vedevo da anni! Qualcuno mi rubò la macchina! Ci fu un terremoto! Una tremenda inondazione! Un’invasione di cavallette!”
John Belushi – Jake Blues (da The Blues Brothers)
Non accusare né aspettarmi scuse in cambio
Se quando mi scuso, accuso dell’altra persona, anche in modo indiretto , di aver causato il mio comportamento (“scusami…però anche tu…”) …bè…crolla tutto il valore delle mie scuse. Devo scusarmi per quello che ho fatto io. Punto.
Inoltre non devo aspettarmi delle scuse in cambio. Io mi scuso, l’altro/a si scusa. No. Io faccio il mio percorso e mi scuso. L’altro farà il suo.
E non è detto neppure che le mie scuse siano accettate.
Devo mettere in conto anche questo!!
Fare ammenda (usare il kintsugi delle relazioni)
Chiedere scusa mi aiuta a mettere un punto fermo in una relazione. A chiudere una situazione rimasta in sospeso. A permettere all’altra persona di chiudere a sua volta.
E a dare un valore in più.
Non è che lascio tutto così come ho lasciato. Le crepe e ciao. No. Come nel kintsugi mi devo armare dell’oro più prezioso e andare a riparare le crepe, le ferite.
Devo passare all’azione (parola che va di passo con la responsabilità).
E promettere (ed impegnarmi) che non accadrà più.
Riassumendo, le scuse devono essere:
🗸Sincere
🗸Specifiche, non generiche
🗸Senza giustificazioni o scuse (“scusa, ma…”)
🗸Senza accuse (“però anche tu…”)
🗸Senza aspettarsi le scuse dell’altro in cambio
🗸Possono anche non essere accettate…
🗸Seguite dall’azione di riparazione
Ecco. Queste sono scuse sincere ed efficaci.
Non devo dare per scontata l’evoluzione del processo. Le scuse possono richiedere tempo. Il chiederle (non troppo!) e l’accettarle….
Ma il mio passo, necessario, l’ho fatto….e poi dovrò saper affrontare e gestire la situazione che ne verrà fuori.
Nel prossimo articolo vedremo quando NON chiedere scusa (in alcuni casi è bene non farlo!).
Riesci a chiedere scusa?
Hai vissuto situazioni in cui avresti dovuto farlo…ma non l’hai fatto?
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