Parliamo d’amore: come dici “ti amo”?

lingue amore

Quando si tratta d’amore, è bene evitare fraintendimenti ed essere “fluente” nell’esprimere e capire anche le più piccole sfumature comunicative. Le parole non sempre traducono fedelmente bisogni emotivi (propri e del/la partner). E non sempre vengono capite veramente. Ecco che ci vengono in aiuto i  cinque linguaggi dell’amore di Gary Chapman per costruire una connessione comunicativa ed emotiva più forte con il/la partner, libera (forse) da incomprensioni.

Mi ama, non mi ama… ah, l’amour!!!

Parliamo d’amore, e di quanto sia difficile parlare d’amore e comunicare in amore!

Fraintendimenti, incomprensioni, bisogni e desideri lasciati insoddisfatti, Insomma, tutto quel turbinio di pensieri, parole, emozioni che se non ben regolati portano ad un disastro annunciato…

“Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione.”

Zygmunt Bauman

Le difficoltà nel dire “ti amo” (e tutte le varianti del caso)

Questa mattina ascoltavo alla radio, con enorme piacere, la canzone di Tracy Chapman (coincidentalmente stesso cognome del terapeuta!)  Baby Can I Hold You (che ti consiglio di ascoltare, magari mentre leggi questo articolo).

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Parla proprio della difficoltà della comunicazione nella coppia, di scuse non chieste, e della difficoltà di dire, appunto, “ti amo”. 

Parole che “non vengono fuori facilmente”, nonostante il passare degli anni.

Parole che poi vengono rimpiante: le parole giuste che, se dette al momento giusto, avrebbero salvato la relazione (“saresti mia”).

Quante volte ci è successo? Di rimpiangere di non aver detto “ti amo”, “ti voglio bene”, “scusa”?

I cinque linguaggi dell’amore

Le difficoltà comunicative sono date spesso da orgoglio, vergogna o “procrastinazione” (rimandare al “momento giusto”, umore appropriato e quant’altro). 

Ma ad aumentare la difficoltà è proprio una comunicazione diversa. Penso di aver “comunicato” l’amore, o anche le scuse, mentre dall’altra parte non è stato recepito. Perché? 

Perché ogni persona ha un linguaggio d’amore, un modo di comunicare l’amore proprio e non è detto che corrisponda a quello del/la partner. 

Capire, quindi, il proprio modo di comunicare l’amore e soprattutto comprendere quello del/la partner non solo può migliorare la comunicazione, ma può essere la leva per far funzionare la relazione, renderla duratura e soprattutto appagante.

In che modo dire quindi “ti amo”?

Il terapeuta Gary Chapman nel suo bestseller del 1992. “I cinque linguaggi dell’amore. Come dire «ti amo» alla persona amata” illustra i cinque modi distinti in cui mostriamo e riceviamo amore. Questi linguaggi dell’amore sono come codici segreti per capirsi davvero e assicurarsi che la relazione sia soddisfacente per entrambi. Ognuno di essi è un modo specifico per dire “ti amo” senza nemmeno usare queste parole (a cui qualcuno è proprio allergico!).

Comprendendo e identificando i linguaggi dell’amore primari e secondari del/la partner, si può costruire una connessione più profonda e creare una relazione più serena e appagante.

I cinque linguaggi dell’amore sono come una freccia continua di Cupido, che colma il divario tra ciò che intendiamo dire e ciò che sente il nostro partner. È una connessione d’amore senza se e senza ma. 

Dunque, sei pronta/o a sintonizzarti sul canale del linguaggio dell’amore? Vediamo insieme quali sono questi cinque linguaggi, per capire quale è il tuo linguaggio primario e quello del/la partner.

Tempo di qualità

Parliamo del tempo di qualità, l’ingrediente che non può mancare in ogni relazione, non solo sentimentale, e troppo spesso bistrattato. È come la salsa segreta con cui condire la connessione emotiva, rendendola ancora più gustosa. Fare insieme attività che si apprezzano entrambi e voilà: ecco un piatto da stelle Michelin!

Sappiamo che non è facile ritagliarsi del tempo, di qualità in particolar modo! La routine, i problemi, lavoro, figli… si rimanda fiduciosi in un attimo che per magia si libererà…e invece non si libera niente! 

E ci ritroviamo stanchi, indispettiti e distanti.

Dobbiamo imparare a valorizzare anche le piccole cose, i piccoli momenti e renderli di valore. C’è un’intera gamma di modi per far sì che il tempo di qualità conti. Dalle piacevoli passeggiate alle cene a lume di candela, dalle maratone Netflix alle scarpinate in montagna. L’ingrediente chiave è lo stesso: apprezzare entrambi l’essere insieme, essere presi dall’altro/a, senza distrazioni.

Il tempo di qualità non si aspetta, si crea!

Parole di affermazione

Chi ha questo linguaggio come primario attribuisce una grande importanza alle parole per comunicare l’amore. Questo linguaggio d’amore è incentrato sui discorsi di incoraggiamento, sui complimenti, parole d’affetto: è come un sonetto d’amore, una dedica costante fatta all’amato/a. 

Le parole non si limitano al “ti amo”. Vanno ben oltre. Agli incoraggiamenti, veritieri, in momenti di difficoltà, ai complimenti gratuiti, a parole scarabocchiate su un tovagliolo, un post-it o un messaggio WhatsApp…

Sono note d’amore scritte o dette, che rimangono, sul foglio e nel cuore. 

Non è necessario essere Shakespeare o cantanti rock che imprimeranno il mio nome nelle love ballads anche ai posteri, basta lasciare semplicemente che l’inchiostro (anche metaforico) scorra direttamente dal cuore, senza bisogno di filtri. 

E non disdegnare o sminuire le parole di affermazione ricevute dal/la partner: è il suo modo di dire “ti amo”.

margherita cuore

Ricevere regali

Per molti è come la ciliegina sulla torta, la dimostrazione d’amore per antonomasia. Per altri, invece è una pura superficialità e perdita di denaro, altri ancora preferiscono fare regali piuttosto che riceverli… Insomma, come ogni lingua, potremmo dire che ha i suoi dialetti. 

Per chi ha questo come linguaggio primario, un regalo (ben pensato) non è solo una cosa: è una lettera d’amore scritta con un carattere diverso. È un tangibile “Ti amo” che può illuminare la loro giornata. 

Quindi, se hai un/a partner a cui piacciono i regali, prendi nota (e apri il portafoglio!). Ma ricordati, il valore di un regalo non riguarda solo i il suo valore economico. Per alcuni, è il pensiero che conta (per altri no, vero, ma è un altro linguaggio…). Un piccolo e premuroso gingillo scelto con amore e attenzione può eclissare la pietra più appariscente, scelta per obbligo.

“Ti amo. È tutto quello che non riesci a dire. Gli anni passano e ancora
Le parole non vengono fuori facilmente. Come ti amo, ti amo.”

Tracy Chapman in Baby Can I Hold You

Atti di servizio

E’ il linguaggio d’amore che riguarda quei gesti grandiosi, che sono tali proprio perché sono piccoli, ma di grande valore. Sollevano il/la partner da impegni, doveri, seccature. Dal portare a spasso il cane a preparare un pasto a cinque stelle o a stirare il bucato, sono le piccole cose che dicono: “Ti amo”, più forte delle parole.
Come negli altri casi, c’è un intero manuale di modi per dimostrare l’amore con questo linguaggio partendo da cose semplici, come alleggerire i lavori domestici o altri obblighi che pesano molto al/la partner.

Il segreto è non farli una volta e basta, altrimenti perdono di significato (e sono bravi tutti!) o solo quando è richiesto esplicitamente, ma prevenendo i bisogni dell’altro/a. 

Questo è il potere dell’inaspettato. È come spargere un po’ di magia nella quotidianità. 

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Contatto fisico

Le persone con questo linguaggio primario comunicano l’amore tramite il contatto fisico.

Ma non si limita al sesso, tutt’altro. Si dimostra con il contatto intimo fatto di abbracci, carezze, coccole e baci, tenersi per mano… 

Crea un senso di sicurezza ma al tempo stesso una volontà di esternazione del sentimento, verso il/la partner e verso anche gli altri.
C’è chi invece, a questa forma prova pura allergia. 
L’importante è trovare un equilibrio con i bisogni desideri del/la partner.

 

Conclusione

Il padroneggiare i linguaggi dell’amore può aiutare a comprendere meglio il/la partner, i suoi bisogni e desideri. Così come far capire i propri. 
Non è necessario avere come primario lo stesso linguaggio d’amore. La cosa importante è “sforzarsi” di capirlo. Proprio come quando si imparano le lingue straniere! 

E così facendo, far funzionare la propria relazione, senza più problemi di “traduzioni” ingannevoli!

“Sai come non devi comportarti con me, Steve. Non devi dire niente e non devi fare niente. Niente. Oh, forse fischiare… sai fischiare, vero? Metti le due labbra unite e… soffia”.

Lauren Bacall in “Acque del sud”

E tu?

Quale linguaggio dell’amore prediligi?

Conosci quale è il linguaggio dell’amore del/la tuo/a partner?

Commenta qui sotto, se ti va, sarà interessante avere diverse opinioni.

Come coach ti aiuto ad avere una comunicazione efficace nella tua vita sentimentale senza dimenticare i tuoi bisogni e desideri.

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