Chiedere scusa. In alcune situazioni si rivela la scelta sbagliata che, invece di risolvere la situazione, la peggiora. Vediamo quali sono e come comportarsi altrimenti.
Nel precedente articolo abbiamo visto perché sia importante scusarsi per un torto causato e come farlo nel modo più efficace e sincero.
Ma ci sono dei momenti e situazioni in cui non è bene chiedere scusa. Ma come, penserai…sì, in alcune situazioni il chiedere scusa risulta essere addirittura dannoso e controproducente per la relazione in ballo.
Facciamo chiarezza.
Abbiamo visto che per chiedere scusa in modo sincero ed efficace devo toccare questi punti:
Mettere innanzi tutto al centro l’altro, ascoltarlo e capirlo. Il chiedere scusa non è per il mio beneficio ma quello dell’altro. Devo quindi provare empatia (capire veramente il danno causato).
Devo quindi esprimere il rimorso.
Ed assumermene la responsabilità, anche nel caso in cui la mia azione non fosse intenzionale.
Questo implica il non trovare scuse o riversare le colpe su altri. Sarebbe un tentativo di non assumermi interamente la responsabilità e le scuse sarebbero vane.
Infine, devo passare all’azione e promettere (ed impegnarmi) che non accadrà più.
Ma in alcuni casi il chiedere scusa ha un effetto contrario.
In questo articolo:
Chiedere scusa troppo spesso
Innanzi tutto, il chiedere scusa troppo spesso. Per qualsiasi cosa, anche se non dipende da me. Agli altri apparirò come una persona debole, con mancanza di fiducia in me stessa.
Al tempo stesso le mie scuse non saranno considerate vere. È un po’ la storia di Pierino e il lupo…non risulto sincera ma falsa se chiedo costantemente scusa per tutto. Meglio, quindi, Fonzie che non riusciva a dirlo ma si sforzava e lo diceva pochissime volte e in modo sbiascicato. Ma le sue erano scuse sincere. E lo capivi (non sto dicendo di fare come lui, il trovare una via di mezzo sarebbe utile…).
Il chiederlo troppo spesso diminuirà l’impatto delle mie future scuse, magari quelle a cui tengo veramente (Pierino e il lupo insegna).
Inoltre, questo atteggiamento comporta l’aspettativa da parte dell’altro/a che sia sempre io a chiedere scusa.
In qualsiasi controversia, soprattutto nelle relazioni sentimentali, ci si aspetterà sempre che sia io a fare il primo passo, anche se no mi compete, rendendo quindi sbilanciata la relazione e l’assunzione delle responsabilità.
L’altro/a non capirà la portata dei suoi sbagli e su di me andrà ad influire sull’autostima, e il considerare sempre fallimenti le mie azioni o approcci alle relazioni. Mi sentirò carta straccia e sarò trattata come tale.
A livello lavorativo l’impatto di questo approccio è altrettanto dannoso. Darò l’immagine di una persona con bassa autostima, che non fa valere i propri diritti o principi e, paradossalmente, che non si assume le proprie responsabilità. Sì, perché anche se il mio intento è esattamente il contrario, le mie scuse appariranno scontate, addirittura false proprio come se non fossero vere.
“L’animo umano è fin troppo pronto a scusare le proprie colpe.”
Tito Livio
Quando le scuse non sono vere
Uso le scuse come scappatoia per mettere fine ad una discussione
Per mettere fine ad una discussione, per non ascoltare veramente la posizione dell’altro/a (quindi non provare l’empatia descritta sopra) chiedo scusa. Ma non in modo sincero né tantomeno mi assumo la responsabilità di quanto fatto e riparerò il danno. Nessun rimorso, nessuna ammenda, nessuna riparazione.
Perché semplicemente non sono vere e non sono sincera.
E’ solo un pass-par-tout per togliermi da una situazione spiacevole o che non so (o voglio) gestire.
Non sono veramente dispiaciuta/o
Di pari passo con il precedente non c’è l’assunzione di responsabilità e desiderio vero di riparare.
In pratica, non voglio usare il kintsugi (l’arte giapponese per la riparazione di oggetti in ceramica che li rende più preziosi e belli, letteralmente si traduce “riparare con l’oro”) per riparare le ferite – nell’altra persona – e crepe – nella relazione – che ho causato.
Niente oro come nel kintsugi. Non sento rimorso né mi impegno, non do il meglio di me. Perché non sono sincera e convinta. Penso di potermela cavare con colla da due lire…. Un paio di parole buttate lì senza spessore… Il risultato è ovvio che sarà ben diverso!
Le scuse in entrambi i casi sono vane e dannose perché non solo non risolveranno la situazione presente ma vanificheranno oltretutto scuse future (magari a cui terrò particolarmente).
Saranno scusanti…non scuse.
“Il tempo è una scusa. Quando si ama una cosa il tempo lo si trova.”
Dacia Maraini
Quando non ho niente di cui scusarmi
Non è colpa mia
Mi scuso per i problemi causati da qualcun altro.
Penso così di poter alleggerire la ferita, la situazione ma questo non può avvenire, proprio perché non c’è la presa di responsabilità che solo la persona che ha causato il danno può assumersi.
In questo caso posso dare supporto, comprensione ed empatia.
Ma non posso assumermi le responsabilità di qualcun altro. E non devo quindi chiedere scusa.
È una situazione che non implica le scuse
Mi sento male e non posso portare a termine il compito, ho problemi familiari che mi rendono nervosa o preoccupata… In questo caso ho bisogno io di supporto e magari di aiuto nel portare a termine il compito.
Dovrei ricevere quindi le scuse da parte dell’atro/a (per non aver capito, per avermi inutilmente pressata…).
Dovrei quindi poter dire “grazie” e non “scusa”.
Oppure, mi sto scusando per una decisione presa in linea con i miei valori. Non faccio qualcosa perché va contro ai miei principi o valori.
Ecco. Qui proprio non devo chiedere scusa.
Magari dovrebbe farlo l’altro/a per non avere rispettato questi miei valori e aver preteso che li disattendessi.
In questo caso è importante saper dire di “No”. Senza scuse.
“Non ho giustificazioni per il mio modo errato di provare sentimenti..”
Fernando Pessoa
Nel prossimo articolo vedremo proprio come dire “no” in modo efficace senza sentirsi in colpa.
Hai mai vissuto una di queste situazioni?
Come ti sei comportat*?
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